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Caso Angelo Niceta, presentata una interrogazione parlamentare al ministro Minniti

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Il deputato Erasmo Palazzotto ha depositato alla Camera un'interrogazione a risposta scritta sul "Caso Niceta". “Interrogazione presentata al Ministro dell'Interno Minniti. Questo il contenuto. Per sapere - premesso che: Angelo Niceta è il Testimone di Giustizia che sta raccontando alla magistratura gli affari e le collusioni della mafia siciliana, chiamando in causa, tra l'altro, la famiglia Guttadauro e Matteo Messina Denaro; I Niceta a Palermo sono un cognome che conta: il loro grande magazzino nella centralissima via Roma è stato il primo di tutta la Sicilia nel settore tessile e per la biancheria della casa; In quel grande magazzino la famiglia Niceta intratteneva rapporti con i massimi esponenti di Cosa Nostra, da Bernardo Provenzano, ai fratelli Carlo, Giuseppe e Filippo Guttadauro e persino con Matteo Messina Denaro; Presa coscienza dei rapporti pericolosi che si consumavano nell’azienda di famiglia, ad un certo punto Angelo Niceta ha deciso di dire basta e di parlare con i magistrati.

A Palermo i magistrati Nino Di Matteo e Pierangelo Padova hanno chiesto per lui lo status di testimone di giustizia, per aver reso dichiarazioni come persona informata sui fatti; La richiesta inizialmente è stata accolta dalla Commissione Centrale del Ministero dell’Interno, ma oggi però, pur non essendo mai stato indagato per mafia, Angelo si ritrova (con la moglie e i loro quattro figli) bollato come “collaboratore di giustizia”, abbandonato e senza nessuna protezione; In seguito alla comunicazione della Commissione Centrale del Ministero degli Interni che negava il riconoscimento dello status di Testimone di Giustizia, Angelo Niceta rifiutò lo status di collaboratore di giustizia e rinunciò alle misure di protezione ritenendo quell’atto non adatto alla sua situazione; Nonostante l'importanza oggettiva delle sue dichiarazioni, riconosciuta dalla Procura di Palermo che ha richiesto per lui speciali misure di protezione, gli viene negato il ruolo di Testimone di Giustizia e perfino la scorta; Chiediamo Quali siano le motivazione addotte per rifiutare il riconoscimento dello status di Testimone di Giustizia;

Se le informazioni fornite da Niceta non mettano a rischio l’incolumità dello stesso e dei suoi familiari, Se quest’atto della Commissione Centrale del Ministero degli Interni non possa creare un precedente che disincentivi la possibilità di collaborare con le Istituzioni di altri cittadini che vivono la stesa condizione del soggetto in questione; Quali misure si intende adottare per assicurare l’incolumità e la sicurezza della famiglia Niceta; Quali atti e misure s’intendono adottare per far si che venga riconosciuto lo status di Testimone di Giustizia a Niceta e assicurare allo Stato, tramite le informazioni dallo stesso fornite, di raggiungere ulteriori obbiettivi nel contrasto alla Mafia e portare alla cattura dei latitanti ancora in libertà".

Angelo Niceta, che è giunto oggi al ventiduesimo giorno di sciopero della fame, è intervenuto in collegamento telefonico alla trasmissione ""Educare ai sentimenti" di Radio Voce della Speranza. La petizione lanciata in sostegno di Angelo per chiedere allo Stato di rispettare le regole, di riconoscergli lo status che gli compete di Testimone di Giustizia e di provvedere immediatamente alla protezione sua e della sua famiglia ha superato le 23.700 adesioni, nonostante lo scarso rilievo dato alla vicenda da parte di gran parte degli organi di informazione. Questo il link per firmare e promuovere la petizione al link: https://www.change.org/p/lo-stato-intervenga-per-angelo-niceta-testimone-di-giustizia. L'elenco nominativo delle adesioni finora pervenute è stato trasmesso al Prefetto di Palermo Antonella De Miro, al Ministro dell'Interno On. Marco Minniti, al Viceministro dell'Interno On. Filippo Bubbico e alla Presidente della Commissione Antimafia On. Rosy Bindi.

 


Roberto Matteri è campione italiano di 2° categoria, scoppia il "caso caldo"

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E' iniziato il primo weekend di gara ai campionati italiani di biliardo sezione stecca attualmente in svolgimento al Palazzo a Vela Olimpico di Torino.
Ieri, nella giornata di sabato 24 giugno, è stato assegnato il primo dei dodici titoli italiani in palio, come da programma quello relativo alla 2° categoria.
A laurearsi nuovo campione italiano è stato Roberto Matteri, atleta del csb "Carlo" di Como. Matteri ha superato nella finalissima tricolore il messinese Renato Barrile per 2-0 (80-73; 80-59). Sul podio nazionale anche i due semifinalisti sconfitti Alberto Chies di Treviso e Gianni Asuni di Ancona. Negativa la giornata per gli atleti del comitato provinciale Fibis Trapani, che nel tabellone finale di seconda categoria presentevano ancora due stecchisti ai sedicesimi di finale. Il castelvetranese Passanante si è arreso subito al campano Buonanno con un secco 0-2, meglio invece il partinicese Bongiorno che si è issato al decimo posto finale essendo stato sconfitto agli ottavi di finale per 1-2 da Chies, poi come detto giunto sul podio.
Matteri succede quindi nell'albo d'oro della manifestazione al giovane Rosario Attianese che si era laureato campione italiano di 2° categoria dodici mesi fa a Nova Gorica (Slovenia).

Archiviata la categoria di base intermedia, il programma giornaliero prevedeva la disputa di molte batterie di qualificazione per la 3° categoria.
Niente da fare per Mauro Vivona del csb Smile Club di Alcamo, che si è arreso in finale al torinese Francesco Marangio. Questi i sedici vincitori di batteria odierni: Davide Sorrentino, Pierpaolo Spinelli, Francesco Marangio, Arturo De Pasquale, Andrea Spanò, Davide Vana, Luca Di Pane Masi, Carlo Piscitelli, Marco Morganti, Domenico Franco, Andrea Bellati, Nicola Bellini, Lucio Tavanti, Riccardo Grassi, Dino Tommasi ed Alessio Passariello.
Ad essi si aggiungono gli otto qualificati di venerdì (fra i quali il partinicese Raffaele Buffa) e si aggiungeranno gli ultimi otto che si porteranno a casa la propria batteria di qualificazione in programma questa mattina, domenica 25 giugno alle ore 10. Per la nostra provincia sarà il momento di calare l'ultima carta ancora in mano fra le terze categorie: Vincenzo Morsellino, promettente ventenne di Calatafimi-Segesta tesserato presso il csb "Calatafimese" dei fratelli Papa. Morsellino si è acquisito il diritto di partecipare ai campionati italiani vincendo una delle due batterie di poule finale provinciale. Nel pomeriggio i 32 qualificati si scontreranno ad eliminazione diretta nel tabellone finale fino alla finalissima che in tarda serata incoronerà il nuovo campione italiano di 3° categoria. La programmazione di oggi sarà interamente monopolizzata da questo torneo.

Intanto ha preso il via la manifestazione "di supporto" concatenata ai campionati italiani di stecca: al PalaVela sono cominciati i campionati italiani di snooker per categoria. 60 atleti provenienti da tutta la nazione, che si aggiungono ai 1500 giocatori di stecca, si stanno contendendo i titoli italiani di serie A, serie B e serie C sui quattro meravigliosi "tavoli inglesi" installati al PalaVela in mezzo ai 19 tavoli "internazionali".

In chiusura, occorre sottolineare come riesca ad essere fallace l'impiantistica anche in una location così prestigiosa e mozzafiato quale quella di un palazzetto che ha ospitato i Giochi Olimpici: al PalaVela in questi primi tre giorni di gare ci si è letteralmente sciolti dal caldo. E' pur vero che questo caldo sahariano fuori stagione (e fuori latitudine) non poteva mai essere previsto, ricordando che Torino nella giornata di ieri è stata una delle sei cittadine italiane colpite dalla drammatica calura in cui la temperatura percepita di 45° (temperatura reale comunque intorno ai 40°) ha fatto scattare il "bollino rosso" della Protezione Civile, ma si poteva e si doveva fare di più, considerando che l'enorme cubatura del Palazzo era nota da sempre e che era ben inteso che a cavallo fra giugno e luglio quel luogo sarebbe diventato una serra difficilmente raffreddabile. In aggiunta come è noto a tutti, figuriamoci ai giocatori, dirigenti ed organizzatori, il panno dei biliardi internazionali sono riscaldati per diminuire l'attrito fra le biglie ed il tappeto ad una temperatura che supera i 35°, che rende impossibile il gioco dei birilli in quasi tutte le sale biliardo italiane nel periodo estivo previo massiccio uso della climatizzazione. 
Tantissime le proteste rovesciate sui social network dagli atleti impegnati in gara, e tanta la preoccupazione di chi dovrà giocare nei prossimi giorni (ovviamente comprese le "eccellenze", nazionali professionisti su tutti). Si è cercato di mitigare il caldo accendendo il raffreddamento del piano di gioco del Palazzo, quello che, per intenderci, nei mesi invernali consente il "congelamento" adatto alla pratica degli sport invernali per il quale il PalaVela, a tutti gli effetti un "palaghiaccio", è stato costruito. La temperatura esterna così alta, però, non ha consentito un raffreddamento adeguato e toccherà all'organizzazione risolvere l'imprevisto, visto e considerato, anche, che da domani partirà il campionato italiano seniores con tutti gli atleti iscritti al di sopra dei 65 anni d'età.

Scavi a Selinunte, trovati diversi reperti sotto il tempio R

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Sono diversi gli oggetti trovati nell'ultima campagna di scavi archeologici effettuata a Selinunte e tra questi anche uno dei vasi più antichi mai trovati nell'area, datato tra il 650 e il 640 a. C., vaso che deve essere stato portato dai coloni al momento della fondazione della città. La nuova scoperta è stata resa nota da Clemente Marconi, dell’Institute of Fine Arts della New York University e direttore del progetto, con Rosalia Pumo, durante la conferenza stampa indetta per illustrare le scoperte fatte dalla campagna di scavi iniziata l'8 maggio e conclusa giovedì, che ha visto impegnati 20 persone  tra studiosi e ricercatori provenienti da tutto il mondo.  

“Il tempio R – ha detto  Marconi – è il più antico di Selinunte e risale al 590 a.C. E’ perfettamente conservato nei livelli arcaici e classici alla profondità di un metro, un riempimento fatto in età ellenistica che ha completamente sigillato l’edificio nelle sue fasi originarie. Scendendo sotto questo riempimento abbiamo potuto ricostruire tutta la vita del tempio dal 590 al 400 a.C. Quando è stato costruito, prima di mettere in opera il pavimento, lungo i muri dell’edificio sono state inserite delle offerte votive: lance, vasi, pesi da telaio, gioielli, lucerne e resti di pasti rituali.

“Si tratta – le parole di Marconi che lavora al parco di Selinunte dal 2006 – del cosiddetto deposito di fondazione, molto noto nel mondo greco e nel Mediterraneo, ed è utile per ricostruire il culto della dea e i rituali. Abbiamo trovato anche un flauto, oggetti relativi al mondo sia femminile sia maschile, e armi. Sono stati trovati pure resti di animali e soprattutto di maialini, tipico del culto di Demetra; molte coppe a testa in giù come offerta alle divinità”.

Castelvetrano, denunciate due donne scoperte a rubare alla Lidl

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 Denunciate due donne a Castelvetrano scoperte a rubare alla Lidl. Due ragazze sono state denunciate dai Carabinieri per furto. I militari dell’Arma sono intervenuti, a seguito di regolazione, presso il supermercato “LIDL” di via Seggio. Si tratta di una 23enne di Campobello di Mazara e di una 22enne castelvetranese, entrambe disoccupate e già note agli uffici giudiziari.

Le due, dopo aver acquistato alcuni prodotti pagandoli regolarmente, sono stato fermate poiché all’uscita si era attivato il meccanismo antitaccheggio. Nelle loro borse sono stati trovati 5 paia di bermuda, 5 t-shirt da uomo, 1 maglia da uomo e 1 paio di shorts da donna. La refurtiva, del valore di circa 100 euro, è stata consegnata al responsabile del negozio. 

Mafia e politica a Castelvetrano. Dopo lo scioglimento si scopre che Giambalvo...

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Siamo proprio sicuri che Giambalvo sia stato un semplice fan di Matteo Messina Denaro? Uno che millantava di aver conosciuto sia lui che il padre Francesco, ma che con la mafia non aveva nulla a che fare?

Quanto questa lettura appartiene alla realtà e quanto invece a comode giustificazioni per allontanare le responsabilità (almeno quelle politiche) relative alla sua candidatura, al suo successivo ingresso in consiglio comunale ed al suo ritorno dopo l’assoluzione di primo grado per mafia?

 

Davvero, come disse l’ex sindaco Errante nel marzo del 2016, non c’era nessun elemento per valutare “la amoralità dello stesso”?

Era dunque soltanto uno dei 150 candidati che lo avevano sostenuto nel 2012, con “posizioni politiche vicine ad un gruppo di un leader provinciale (l’onorevole Ruggirello, ndr)”?

Secondo la relazione sulle motivazioni dello scioglimento per mafia del comune di Castelvetrano, i suoi rapporti di parentela e frequentazione con soggetti controindicati erano invece noti al punto che Giambalvo “non avrebbe dovuto essere neanche candidato”.

Nessuna condizione di incandidabilità oggettiva, in base alle norme vigenti, ma una valutazione in termini di opportunità politica e forse di semplice buon senso.

 

Però, non solo fu candidato lo stesso (nel partito di Errante), ma il sindaco lo fece entrare in consiglio dopo due anni dalle elezioni, attraverso l’escamotage della nomina di Giuseppe Rizzo ad assessore che, dimettendosi contemporaneamente da consigliere comunale, lasciò il posto a Giambalvo, primo dei non eletti del Fli.

Lo scopo, senza dubbio, non era quello di avere Rizzo in giunta, ma Giambalvo in consiglio. Infatti, se davvero il sindaco fosse stato interessato unicamente alle competenze e all’apporto dell’avvocato Rizzo nella sua squadra assessoriale, quest’ultimo avrebbe potuto anche non dimettersi, svolgendo contemporaneamente il ruolo di consigliere e di assessore. Ma, per sua stessa ammissione, Giambalvo “doveva” far parte della rosa dei 30, in virtù di un accordo col movimento di Ruggirello “Articolo 4”. Politica quindi, nient’altro.

Curiosamente, in tanti conoscevano le sue “posizioni politiche vicine a Ruggirello”, ma nessuno sapeva che fosse il nipote del mafioso Vincenzo La Cascia e che si frequentassero.

Certo, Giambalvo è stato assolto. Ma in primo grado. E tra i motivi dell’appello, si legge sempre nella relazione sulle motivazioni dello scioglimento, ci sarebbero anche le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Lorenzo Cimarosa (morto nel gennaio scorso, dopo una lunga malattia) “che lo descrive come ‘uno dei componenti della famiglia mafiosa di Castelvetrano al quale è stato affidato il delicato compito di tramite per i rapporti con esponenti mafiosi del mandamento di Alcamo’ in virtù della frequentazione e della parentela con lo zio ..OMISSIS (Vincenzo La Cascia, ndr), elemento di spicco della criminalità organizzata locale, già condannato per il delitto di cui all’articolo 416 bis”.

 

Insomma, ci sono ancora tante cose da riscontrare, ma sul fatto di essere il nipote del La Cascia non c’è mai stato alcun dubbio. C’è poco da “millantare”.

Una parentela che, da quello che emerge dalle carte di Eden 2, avrebbe definito addirittura la sua stessa identità. L’occasione è relativa alla vicenda di un tizio di Gibellina che, avendo preso in gestione un bar a Castelvetrano, per le bevande aveva pensato di rifornirsi appunto a Gibellina.

Giambalvo, che era nella zona una figura predominante per la gestione ed il commercio delle bevande, gli aveva dimostrato il suo disappunto: “…Tu nel mio paese, fammi capire! … Che tu prendi a quelli di Gibellina e gli fai portare la merce qua? … Io fuoco ti do’, a te e a tutto il locale, hai capito?”.

Il tizio allora si rivolgeva ai Ragona di Gibellina ed interveniva u “zu Petru” (anziano capomafia, poi morto nel maggio del 2012), che però riconosceva il Giambalvo e rimproverava il tizio: “Prima di parlare, devi sapere chi sono le persone … hai capito? – racconta Giambalvo ad un suo cugino – perché se tu mi dicevi che era Lillo La Cascia, io ti dicevo… pigliaci le bibite, non avevo bisogno si scendere a Castelvetrano”.

Lillo La Cascia.

Anche questo però è un racconto che Giambalvo fa al cugino. Quindi, gli sarà bastato affermare che anche quelle cose le avrà dette per darsi un tono col cugino.

Ma, anche se così fosse, davvero nessuno ne aveva mai sondato lo “spessore”?

Insomma, volendo non sarebbe stato poi così difficile sapere chi era Giambalvo.

Ecco perché nella relazione della prefettura di Trapani contenente le motivazioni dello scioglimento del Comune, leggiamo:

La presenza nelle liste di maggioranza di un soggetto così vicino ad ambienti controindicati è risultata evidentemente mal conciliabile con il dichiarato manifesto politico elettorale del sindaco di Castelvetrano, asseritamente e platealmente improntato alla legalità e trasparenza – si legge nella relazione - tanto da far considerare al Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia a conclusione delle audizioni tenutesi in prefettura il 20 luglio 2016 in seguito ai fatti occorsi nel comune di Castelvetrano ‘…ci si sarebbe potuto aspettare una presa di distanza più tempestiva e immediata da parte del Sindaco nei confronti del consigliere … OMISSIS… (Giambalvo, ndr)’”.


La reazione del sindaco Errante era stata questa: “Sono Basito e auspico che possa essere fatta chiarezza sulla sua posizione”.

E quando la sua posizione fu chiarita con l’assoluzione dal punto di vista penale, anche le pesanti intercettazioni sull’ammirazione incondizionata ai Messina Denaro e sull’ipotesi dell’uccisione del figlio del collaboratore Cimarosa per evitare che continuasse a parlare, finirono sotto la sabbia. Anzi, quando si seppe dell’assoluzione, intervenne il vicesindaco Rizzo:

Nell’apprendere certe notizie, rimango basito” aveva commentato a caldo. Non perché si fosse aspettato una condanna, ma perché secondo lui, Giambalvo e Giuseppe Fontana (quest’ultimo arrestato nella stessa operazione ed anche lui assolto) non sarebbero dovuti finire nemmeno in carcere, immedesimandosi “nel dramma che hanno dovuto subire gli imputati ed i loro parenti”. Il vicesindaco aveva considerato “aberrante anche il fatto che i pm avessero chiesto 5 anni e 4 mesi per Fontana e 7 anni per Giambalvo”.

 

 

 

Egidio Morici

D’estate solo libri “leggeri”. Ma chi lo ha detto?

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di Katia Regina - Chissà perché si pensa che d’estate bisogna leggere libri leggeri, poco impegnativi, i cosiddetti libri da sotto l’ombrellone. Questa cosa è partita da qualche parte e si è diffusa come una pandemia, ed è triste, almeno per me, che non riesco proprio a capire quali siano i libri leggeri. Forse quelli divertenti, o magari quelli che già capisci dove vogliono andare a parare sin dall’incipit. Probabilmente quelli che non richiedono grossi sforzi cognitivi, insomma quelli banali. Ce ne sono tanti, ma a parte i divertenti che possono essere grandiosi, gli altri non li leggo e men che mai li consiglierei a qualcuno.

Ecco allora che, per l’estate, ho deciso di suggerirvi un po’ di libri da Non leggere. Proprio così, libri da evitare, da cui stare alla larga.
L’estate è arrivata, insieme ai consigli del Ministero della Salute, su come difendersi dal caldo. Non sto qui a ripeterli perché il mantra è ormai noto a tutti. Quest’anno però c’è una variante, disinteressata ovviamente, che suggerisce di andare nei centri commerciali durante le ore più calde, per scroccare l’aria condizionata. Se poi non hai soldi per comprare alcunché poco conta, le frustrazioni le cura il medico dell’Asp competente del centro di Salute mentale del tuo distretto.

Ma torniamo ai libri. Da evitare assolutamente tutta la collana di inchieste della casa editrice Chiarelettere. Soprattutto quei titoli dedicati alle banche come ad esempio Io so e ho le prove, suggestivo titolo pasoliniano, ma tanti altri ancora. Si potrebbe scoprire, ad esempio, perché periodicamente bisogna evitare il fallimento di certi istituti di credito. Ed è proprio di queste ore quella della Bce. La notizia è stata data dai tiggì un po’ in sordina, quasi fischiettando: la banca è insolvibile ci vorranno da dieci a quindici milioni di euro di soldi pubblici… ma passiamo ad altro. Scusate, da dieci a quindici milioni di euro c’è una bella differenza, pensa chi ascolta, ma subito passa ad altro, come da copione. Tanto , in questo caso, fallisce il venerdì e riapre il lunedì, così non sen ne accorge nessuno, salvo qualche migliaio di risparmiatori.

Si sconsiglia inoltre la lettura di tutti i classici. Per carità d’estate evitiamo roba scritta bene e sempre attuale, bastano già i problemi che abbiamo. Qualche giallo potrebbe andare bene, evitate però quelli psicologici che potrebbero portare a galla le ombre che ciascuno di noi proietta e con le quali è difficile fare i conti. Evitate pure il filone erotico sadomaso (se non c’è il fisico meglio lasciar perdere) si rischia di restare appesi per i polsi al lampadario o, peggio ancora, incastrati nelle parti intime dentro le lampo dei completini di pelle.

State alla larga dai libri scientifici sulla natura, potreste scoprire d’improvviso, come succede ogni estate, che il pianeta sta restando senza acqua e pensare ingenuamente che la soluzione potrebbe essere quella di recuperare il prezioso liquido che si va sciogliendo per via del surriscaldamento. A proposito potrebbe essere percorribile?
Se avete bambini in età scolare e siete in apprensione a proposito della recente legge sulle vaccinazioni , potete cercare i dati pubblicati dal Ministero sul numero dei casi di morte per le malattie inserite nella norma, le comparazioni con gli anni precedenti e con i dati del resto del mondo. Ecco, questo potrebbe rassicurarvi. Peccato però che la vostra ricerca sarebbe vana. Questi dati non sono stati resi noti. Ci vorrebbe un Ministero della Precisione. Proprio così, un ministero capace di fornire dati precisi in ogni circostanza. Uno di quelli che se fallisce una banca sa dirci con precisione se il buco è di dieci o quindici milioni di euro, anche se la cifra non è tonda, ma che sia precisa. E così per tutte le altre cose che coinvolgono tutti.
Insomma, se volete godervi le vacanze, senza rinunciare alla lettura, il mio consiglio è: continuate a leggere quello che vi piace, senza selezionare in base al clima. Se poi preferite giocherellare con il cellulare, continuate pure a farlo, sappiate però che: 
La macchina tecnologicamente più efficiente che l’uomo abbia mai inventato è il libro. (Northrop Frye)

 

Sicilia, sviluppo bloccato dai piani paesaggistici. Legambiente: "Regole da rispettare"

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“Lo sviluppo economico del territorio siciliano, possibile grazie anche agli investimenti delle imprese, rischia di essere bloccato dai vincoli dei piani paesaggistici particolareggiati approvati dalla Regione senza la necessaria ricognizione delle attività esistenti nelle aree oggetto di pianificazione”.

E’ questo quello che sostiene il neo presidente di Confindustria Sicilia Giuseppe Catanzaro, secondo cui gli investimenti che la Sicilia rischia di perdere sono di oltre due miliardi di euro. A supporto di questa tesi c’è il "Caso Petrosino" con il Comune che ha fatto ricorso al Tar chiedendo di bocciare il piano che non avrebbe consentito gli investimenti delle aziende agricole del territorio, impedendo la creazione di nuovi impianti di trasformazione dei prodotti agricoli, nuove serre e mettendo a rischio anche quelli già esistenti. Per il momento il piano della Sovrintendenza rimane sospeso nell’attesa dell’udienza fissata a novembre.

 

Più in generale, anche per altri casi, tutta questa situazione sta creando la concreta possibilità che tante imprese abbandonino la Sicilia, dal momento che oltre ai nuovi progetti anche quelli in corso da anni sono a rischio di chiusura.

«Assistiamo a una generalizzata dichiarazione di notevole interesse ambientale anche su aree dove esistono attività produttive da decenni. Nei fatti si dice alle imprese chiudete gli impianti, andate altrove. Siamo davanti ad atteggiamenti anti-impresa - ha aggiunto Catanzaro - che mettono in ginocchio non solo il singolo imprenditore, ma intere collettività. Forse ci si dimentica, infatti, che una società economicamente evoluta si fonda proprio sulle imprese che creano ricchezza attraverso il lavoro e il gettito fiscale. È inconcepibile che uffici della stessa Regione siciliana diano indicazioni opposte sugli stessi argomenti disconoscendo quanto già deciso in precedenza e che una impresa sia messa in crisi da simili condotte. Non è possibile cambiare le regole del gioco mentre si è in gioco».

In giro per la Sicilia tra le diverse opere che rischiano un blocco, Catanzaro elenca i 500 milioni destinati ai porti turistici e alle infrastrutture di Siracusa, 180 milioni per il termovalorizzatore del messinese, 100 milioni bloccati per la provincia di Ragusa nel settore petrolifero, 800 milioni che corrisponde all’investimento di Terna per l’alta tensione e infine 1 miliardo l’importo previsto dall’Ance da impiegare per opere come strade, autostrade e depuratori.

Sulla questione dei provvedimenti che riguardano i piani paesaggistici, si sono schierati due blocchi che sono in contrapposizione tra di loro. Uno è quello della Uil. Qui di seguito quello che afferma il segretario Claudio Barone: "I provvedimenti che appaiono arbitrali e imprevedibili, stanno bloccando fondi per centinaia di milioni circa, ma soprattutto si scoraggia chiunque decida di investire nel territorio, condannando la nostra Isola al deserto. Qualsiasi pretesto diventa buono per bloccare investimenti. Prima di assumere decisioni così drastiche bisognerebbe confrontarsi con le parti sociali e datoriali”.

La pensa all’opposto, invece, il presidente di Legambiente Sicilia Gianfranco Zanna: «La Regione - spiega il presidente - sta faticosamente portando avanti il programma di pianificazione paesaggistica, siamo gli ultimi ad arrivare in Italia. È un percorso che si sta facendo con regole e norme da rispettare. Sono previste la definizione del piano, la sua discussione, l’adozione, le osservazioni, l’esame delle osservazioni e infine il varo definitivo. Chi si lamenta e vorrebbe trivellare nelle riserve, sappia che i vincoli hanno solo fotografato aree meritevoli di tutela e già esistenti. Se pensano di andare avanti con un modello di sviluppo passato, il petrolio, non è colpa nostra. La Sovrintendenza non si è piegata a Legambiente».

Legambiente ha annunciato che affiancherà la Regione contro il ricorso fatto dalle imprese e dagli Enti locali. Barone invece dice che: «la Uil Sicilia è pronta alla mobilitazione per impedire ancora danni causati dalla malaburocrazia. Per questo chiediamo subito una convocazione al governo regionale».
 

Trapani non vota: affluenza bassissima, elezioni non valide, arriva un commissario

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19,30 - Trapani ha deciso di non votare. Alle 19 l'affluenza è bassissima: 16,69%, poco più di 10mila elettori. E' impossibile, statistiche alla mano, che alle 23 si arrivi al 50% + 1 degli elettori. Le stime dicono che saremo intorno al 30 - 40% dei votanti. Finisce così la surreale battaglia di Piero Savona, unico candidato al ballottaggio dopo il ritiro e la decadenza di Mimmo Fazio, che era in testa al primo turno. La sensazione è che, alla fine, il Pd non sia riuscito a muovere un voto in più rispetto a quelli conquistati al primo turno, e tutti gli appelli, le fiaccolate, i videomessaggi siano caduti nel vuoto. Comunque, c'è tempo per votare fino alle 23, dopo comincerà lo spoglio, che sarà molto veloce, e inutile. Domani i verbali saranno ultimati e trasmessi al Comune, alla Prefettura e alla Regione Siciliana, poi Rosario Crocetta indicherà un commissario per Trapani che farà le funzioni di Sindaco e consiglio comunale fino alle prossime elezioni amministrative, nella primavera del 2018. Già si fa il toto nomi, e spicca quello di Messineo, che è stato commissario fino a pochi giorni fa a Castelvetrano. Sarebbe in effetti la logica conclusione di una partita elettorale fortemente condizionata dalla magistratura....

13,30 - E' lontano il quorum del 50% per Piero Savona. Alle 12, infatti, è andato a votare appena il 7,72% degli aventi diritto. Si tratta di 4633 cittadini trapanesi su 60.020 aventi diritto. Al primo turno, allo stesso orario, i votanti erano il 16%. Non si possono fare molti paragoni, perchè in Italia è la prima volta che accade che un candidato sindaco rimane da solo al ballottaggio. Prendiamo il caso di Marsala del 2015. Alle 12, al ballottaggio (c'erano due candidati, Grillo e Di Girolamo, che poi ha vinto), era del 6,64%. Ma in quel caso si votava fino a lunedì alle 15. Nonostante ciò, l'affluenza fu del 48%.

Nel 2012 a Trapani a mezzogiorno avevano votato il 6% dei cittadini, nel ballottaggio che vide uscire vincitore a sorpresa l'attuale Sindaco Vito Damiano. E anche lì si votava in due giorni e l'affluenza fu bassissima: 39,84%. Tutto lascia pensare che oggi la percentuale di votanti non supererà questa cifra...

12,30 - Piero Savona, il candidato Sindaco del Pd, ha votato. Urne aperte dalle 7 di stamane fino alle 23 anche a Trapani per il turno di ballottaggio alle amministrative che vede però in corsa una solo candidato a sindaco, Piero Savona (Pd), dopo che il suo avversario, Mimmo Fazio (centrodestra), è stato estromesso dal ballottaggio per non avere volontariamente designato gli assessori. Gli elettori, indirettamente, sceglieranno tra un sindaco e un commissario che sarà nominato dalla Regione nel caso in cui non si dovesse raggiungere il quorum del 50% più uno degli elettori. Savona dovrà inoltre ottenere almeno il 25% delle preferenze di tutti gli aventi diritto al voto. In caso contrario decadranno anche i consiglieri eletti al primo turno nelle liste. La decisione di Fazio di ritirarsi dal ballottaggio è legata all'inchiesta giudiziaria che ha portato il 18 maggio scorso al suo arresto con l'accusa di corruzione. L'ex sindaco di centrodestra, al quale era stata revocata la misura dei domiciliari il 3 giugno scorso, pur risultando il candidato più votato al primo turno, aveva deciso di ritirarsi ma senza formalizzare ufficialmente la sua decisione. In quest'ultimo caso sarebbe andato infatti al ballottaggio il senatore di Forza Italia Antonio D'Alì, suo acerrimo rivale dopo un lungo sodalizio politico. Anche D'Alì durante la campagna elettorale aveva avuto guai giudiziari: gli era stata infatti notificata una richiesta di soggiorno obbligato dalla Procura di Palermo per "pericolosità sociale" dopo l'assoluzione dall'accusa di concorso in associazione mafiosa. 

07,00 - Riflettori puntati oggi su Trapani dove le elezioni sono diventate un caso ancora prima della chiamata alle urne dello scorso 11 giugno. I fatti sono noti, ma quanto avvenuto negli ultimi giorni ha portato ulteriormente alla ribalta il caso. Mimmo Fazio, coinvolto nell’inchiesta Mare Monstrum, ha infatti scelto di non presentare la lista degli assessori decadendo dal turno di ballottaggio. L’altro candidato in corsa è l’esponente del Pd, Piero Savona che per essere eletto avrà bisogno di un’affluenza alle urne che superi il 50% e del 25% di consensi del corpo elettorale. 

Secondo il primo cittadino di Palermo, Leoluca Orlando «a Trapani c’è una condizione di pericolo». Nel suo video appello affidato ai social, Orlando parla di un «intreccio di egoismi individuali, motivo per il quale credo sia necessario dare un segnale forte di amore per la città, dicendo che esiste un popolo trapanese che rivendica il diritto di scegliere i propri amministratori. Pietro Savona - aggiunge Orlando - è un’occasione per dire che la democrazia esiste e che i trapanesi amano la democrazia, evitando lungo commissariamento che è mortificazione dei diritti e dei cittadini».

A lanciare il loro appello sui social anche la presidente della regione Friuli-Venezia Giulia, Debora Serracchiani, il sindaco di Pesaro e responsabile nazionale Enti locali del Pd, Matteo Ricci, il primo cittadino di Ercolano, Ciro Bonajuto, il ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, e di quello di Siracusa Giancarlo Garozzo.

Anche il sottosegretario Davide Faraone, particolarmente impegnato nella chiamata alle urne al secondo turno, affida ai social le sue parole: «Domenica tante città italiane e siciliane torneranno a votare per il ballottaggio. Un secondo turno normale, dove si misurano i due candidati sindaci più votati al primo turno. Normale però quasi ovunque perché in Sicilia, terra di Pirandello, c'è una città che passerà alla storia per aver celebrato il ballottaggio più pazzo del mondo per colpa di una legge elettorale di 25 anni fa che è assurda. La città è Trapani e domenica la sfida per noi e per Piero Savona, candidato sindaco del Pd, non è prendere un voto in più dello sfidante, perché lo sfidante non c'è più».

Faraone parla di «missione quasi impossibile» e sottolinea che «Trapani ha bisogno di un sindaco, dei consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione. Ha bisogno di democrazia e non di chi vuole fermare il futuro. Gli altri due competitor, ormai fuori gioco, si sono candidati sin dall’inizio l’uno contro l’altro: D'Ali è sceso in campo per non far vincere Fazio e quest’ultimo, invece di ritirarsi al primo turno, ha scelto di dare forfait al ballottaggio proprio per non far vincere D’Ali. Insomma, entrambi accomunati dal motto Muoia Sansone con tutti i Filistei. Egoismo puro. A tutto questo - conclude Faraone - dobbiamo ribellarci».

GLI ALTRI COMUNI AL VOTO.  Sono solo sette i comuni siciliani in cui è previsto il ballottaggio per eleggere il nuovo sindaco. La legge elettorale varata un anno fa dall’Ars che consente ai candidati che ottengono il quaranta per cento più uno di vincere le elezioni al primo turno, ma anche l’allargamento del sistema maggioritario ai comuni con popolazione fino ai 15mila abitanti, ha contribuito ad abbassare sensibilmente il numero dei paesi che hanno bisogno di un altro turno per eleggere la nuova amministrazione comunale ed il consiglio.
Così oggi saranno chiamati al voto circa 221mila siciliani. Si tratta degli elettori di Trapani, unico comune capoluogo coinvolto nella tornata elettorale, Sciacca, in provincia di Agrigento, Termini Imerese, nel Palermitano, Niscemi, in provincia di Caltanissetta, Floridia, nel Siracusano, e le due catanesi Palagonia e Scordia.


E il Pd aspetta il verdetto di Trapani....cantando

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 Indipendentemente da come oggi andrà a Trapani, è nato un trio canoro. Savona-Orrù-Ruggirello sono un po' i nuovi "Ricchi e poveri".

Venerdì sera alla chiusura della campagna elettorale i tre politici dem, Piero Savona candidato sindaco a Trapani, Pamela Orrù senatrice in carica, Paolo Ruggirello parlamentare regionale, hanno dato vita a una kermesse canora con tanto di karaoke.

Certo, sarebbe stato meglio cantare" Sarà perchè Ti amo",  riferita alla città, che un evergreen come Vagabondo (potete vedere l'esibizione nel video di fianco a questo articolo) non lascia presagire nulla di buono.

Canzoni a parte i giochi sono fatti, urne aperte oggi dalle 7 alle 23 di questa sera. Trapani è chiamata al voto, gli appelli alla democrazia nell'ultima settimana sono stati tanti.

Passeggiate, marce per la legalità e per la democrazia sono state il trend del Partito Democratico.

Quello che è successo a Trapani, senza precedenti in tutta Italia, è stato degno di una fiction, tutta siciliana.

Si chiuderà, comunque, oggi questa triste parentesi che ha visto piombare in città provvedimenti giudiziari e indagini da non poco conto.

I massimi esponenti politici del centro destra ne sono stati colpiti, Mimmo Fazio e Tonino d'Alì, hanno segnato il passo. E saranno vicende, diverse tra di loro, di cui ancora si parlerà e con cui la città dovrà confrontarsi per il futuro politico della stessa. Due personalità così influenti non si ritireranno a vita privata tranne che i provvedimenti giudiziari non avranno la meglio.

E' rimasto da solo a lottare Piero Savona, il candidato del PD. Da solo contro un doppio quorum da battere e che sarà difficile portare a casa.

Da solo contro una falla normativa a cui mai nessun legislatore regionale ha pensato di porre rimedio. Ci siamo abituati in Sicilia, prima si deve creare il precedente, il danno in questo caso, poi si aggiusta il tiro.

Savona e i dem hanno fatto tantissimi appelli al voto, hanno attraversato la città, dal centro ai rioni. Votare è democrazia, questa l'equazione che il PD ha sbandierato.

Il voto è un diritto/dovere che il cittadino dal diciottesimo anno di età decide di esercitare o meno.
Il suo non esercizio non è una mancata democrazia ma un problema della politica.
Il cittadino esprime così il suo disagio, il suo disappunto. Ed è l'unico modo per una politica che non ascolta più la sua gente.
L'elettore che non si reca alle urne è un elettore che, evidentemente, ha un disinteresse per la politica o un disimpegno per delusione della stessa. E' la politica che deve interrogarsi sul perchè, eventualmente, l'elettore non voti, non partecipi a questo processo, bellissimo, di vita cittadina.
L'elettore che non vota va rispettato, non va bollato o etichettato come antidemocratico, né come un lancia fiamme che ha prodotto il risultato del commissariamento.

Così come condotto, l'appello al voto da parte dei dem è stata una sorta di sfida tra i buoni, che andranno al voto e voteranno per Savona, e i cattivi, quelli che non si recheranno alle urne o lo faranno annullando il voto. Questa contrapposizione alla città farà ancora più male di quanto già non si sia fatto con gli accadimenti fatti giudiziari. Bisogna rispettare la volontà popolare,qualunque essa sia.

Gli altri partiti si sono espressi: PSI, Forza Italia, le liste in sostegno di Fazio, e i Cinque Stelle sono per il non voto. Resettare tutto, avere un commissario e andare alle urne tra un anno.
Cosa farà il cittadino trapanese? Cosa mai deciderà per la sua città?

Savona deve aver convinto almeno 30.012 elettori, sono tanti. Non è semplice.
A primo turno il 42% circa degli elettori sono rimasti a casa, non hanno partecipato alle operazioni di voto, e di coloro che sono andati alle urne hanno accordato più del 60% ai due candidati del centro destra, Fazio- d'Alì.

Savona, insomma, ha fatto tanto lavoro, chissà se basterà. Intanto giovedì era stato annunciato l'arrivo del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che invece ha dato buca.

Orlando peraltro è colui che qualche mese fa si era espresso non in maniera piacevole per l'aeroporto di Trapani-Birgi, secondo Orlando da solo il nostro aeroporto è destinato a non fare grandi numeri. Savona ha replicato , a quanti lo hanno additato di inciuciare con chi ha già tolto a Trapani sia l'Autorità portuale e vorrebbe adesso volgere lo sguardo all'aeroporto:

“Al di là delle idiozie di qualcuno, sull'aeroporto realizzeremo un grande progetto facendo sistema con quelli della Sicilia Occidentale. Bisogna programmare lo sviluppo e rafforzare il sistema di trasporti Ferrovia, Aeroporto e Porto che devono inserirsi nella programmazione della regione. L'aeroporto di trapani deve rimanere ai trapanesi ma sarebbe dannoso rimanere da soli”.


Savona, e il suo partito, ha esortato i trapanesi a tenere la schiena dritta e ad andar votare perchè la “calamità” del commissario potrebbe essere peggio della sindacatura di Vito Damiano. Ma Damiano, per chi avesse memoria corta, è stato il candidato di Fazio e d'Alì, sostenuto però, per gli ultimi due anni e mezzo di sindacatura dal PD che non ha votato la mozione si sfiducia e che ha consentito al sindaco di terminare il suo percorso.

Oggi è il verdetto di Trapani, i cittadini, e solo loro, decideranno se avere un governo dem per i prossimi cinque anni e un sindaco, che strategicamente ha pensato bene di spogliarsi un po' della sua bandiera per andare incontro ai moderati di centro destra, ovvero se decideranno di far commissariare la città per ristabilire l'ordine. Già alle ore 19.00 di questa sera, alla ultima rilevazione del dato di affluenza, si potrà tracciare la linea politica della città.

Colpito in viso da una molla in ferro: muore a 41 anni a Trapani Vincenzo Bonello

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 Un fabbro di 41 anni, Vincenzo Bonello, titolare di un’officina per la saldatura di metalli nella frazione trapanese di Fulgatore, è morto dopo essere stato
colpito in pieno volto da una grossa molla che, per cause in corso di accertamento da parte dei carabinieri, si è sganciata da dov’era fissata e su cui la vittima stava lavorando.

Verso le 13, poco prima della chiusura,  l'uomo stava realizzando all'interno della sua officina, in via Marsala 15, nella frazione trapanese di Fulgatore, una molla in ferro in compagnia di un dipendente quando improvvisamente la molla si è staccata dalla macchina colpendolo al viso violentemente.

L'impatto ha sfregiato il volto di Bonello che si è lentamente accasciato a terra ed è morto. Inutili i soccorsi. 

Salemi. Euroservizi & Progetti Volley è campione regionale PGS maschile

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 L'Euroservizi & Progetti Salemi é campione regionale di volley PGS maschile.  

Nell'incantevole scenario delle isole Eolie tra l' 8 e l'11 giugno si sono svolte le Eolie's cup 2017, cioè le finali regionali di volley Pgs.

La squadra salemitana dopo durissime giornate sportive, con finali di gara al cardiopalma, è riuscita a conquistare la medaglia d'oro e di conseguenza il titolo di campione regionale categoria maschile.

L'allenatore giocatore Calogero Augusta ci ha dichiarato : " siamo felici per il risultato raggiunto nonostante le tante assenze per motivi di lavoro , ma chi ha giocato ha dimostrato grande carattere , ottima personalità e grande attaccamento ai colori giallorossi. Infatti per vincere non basta essere bravi ma  bisogna saper reagire positivamente nei momenti di difficoltà avendo la certezza di poter contare su una squadra che sempre ti sosterrà , in ogni momento e fino alla fine."

Per una cittadina come Salemi la conquista di un titolo regionale è sicuramente un evento che rimarrà nella storia sportiva per sempre.

Mi auguro che l'amministrazione comunale organizzi una piccola cerimonia per ringraziare tutti coloro i quali si sono spesi per il raggiungimento dell'obiettivo finale e per difendere i colori della nostra ridente cittadina. 

 

Ennio Di Giovanni

A Trapani la mostra fotografica di Anna Franca Lombardo, "Vita mia"

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 Dal 24 al 28 giugno, nell'atrio di Palazzo Cavarretta, a Trapani, la mostra fotografica di Anna Franca Lombardo "Vita mia".

Da un abbraccio tra donne, Amiche, nasce "Vita mia". Un progetto fotografico che parte dalla figura materna, emblema di amore, amore che nell'esistenza delle donne protagoniste si declina e diventa leva di forza per attraversare la vita. Margherita Asta, Precious, Silvana, Susy, Elisabetta e Serenella, Anna Rita: storie di resilienza. Che è la capacità di fronteggiare le difficoltà mettendo in campo le proprie esperienze di vita e trasformando un trauma in risorsa. E queste foto rappresentano una grande risorsa, quella di raccontare per immagini temi cari al nostro cuore, ma dolorosi nel rifiuto sociale: omosessualità, disabilità, mafia, cancro, femminicidio, integrazione. Rappresentano soprattutto la possibilità di comprenderli e superarli, con la resilienza. Che peró non è più individuale ma collettiva, grazie al racconto che è dono: dono delle protagoniste all'artista, dell'artista al pubblico.

Ad inaugurare la mostra, sabato 24, un incontro sul tema della resilienza con Ignazia Bartholini e Ornella Fulco. Un incontro che ci dà gli strumenti per maneggiare il dolore, per trasformarci da sommersi in salvati. Un incontro tra Anna Franca (Lombardo), Ignazia (Bartholini), Ornella (Fulco) e delle loro creatività con l'ascolto di un pubblico attento e curioso. Un'occasione di incontro di bellezza: quella della rete tra donne, della cultura, dell'arte. Oggi più che mai abbiamo bisogno di incontri e di coscienza: per parlarci, abbracciarci e tramutarci in storia; per risalire il fiume del dolore e scardinarlo e renderlo forza per cambiare e cambiarci.

Valentina Colli

Come sono andati i fuochi d'artificio per San Giovanni ieri a Marsala

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 Sono andati bene i fuochi d'artificio per San Giovanni Battista ieri, 24 Giugno, a Marsala. La città ha omaggiato il suo patrono (in coabitazione con la Madonna della Cava) con il solito spettacolo di giochi pirotecnici che ha tenuto a testa in su sul longomare della città migliaia di cittadini.

E insomma, la festa di San Giovanni rimane una delle poche della città che riescono sempre bene. Certo, c'è stato qualche incidente di percorso, con un incendio scoppiato vicino al distributore all'inizio di Viale Isonzo, ma l'intervento puntuale e rapido dei vigli del fuoco ha evitato il peggio.

Quest'anno, inoltre, ci sono state le suggestive riprese dall'altro di Mario Mix e del suo inseparabile drone, con migliaia di marsalesi nel mondo che hanno potuto assistere ai fuochi d'artificio. Ecco il video.

 

Marsala, incidente all'alba: giovani si schiantano con l'auto al ritorno dalla discoteca

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 Incidente poco prima dell'alba a Marsala, nella notte tra Sabato e Domenica. Dei giovani a bordo di un'auto si sono schiantati contro un palo all'uscita della discoteca. L'auto ha preso fuoco. L'incidente è avvenuto intorno alle 4 e mezza, poco prima che cominciasse ad albeggiare.

Coivolti cinque giovani, il più grande dei quali ha 24 anni, che provenivano da una discoteca fuori Marsala, diretti in centro. L'incidente è avvenuto in Contrada Cuore di Gesù.

Secondo le prime ricostruzioni, i giovani sostengono che qualcuno ha tagliato loro la strada, fatto sta che l'auto ha sbandato, è uscita fuori strada, è andata a sbattere contro un palo di cemento, lo ha abbattuto, e ha preso fuoco.

I cinque ragazzi sono vivi per miracolo, perché hanno fatto in tempo ad uscire dall'auto, riportando solo qualche trauma leggero e delle ferite. Sono stati ricoverati per accertamenti e prime cure al pronto soccorso dell'ospedale "Paolo Borsellino" di Marsala.

Completamente distrutta l'auto. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco per spegnere l'incendio, i vigili urbani di Marsala, e i carabinieri che stanno cercando di ricostruire l'esatta dinamica di quanto accaduto. 

Convalidato l'arresto dell'uomo che ha tentato di far sbandare il bus a Segesta

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 Convalidato l'arresto dell'uomo che ha tentato di far sbandare martedì pomerigio il bus che viaggiava da Marsala a Palermo, subito dopo la galleria di Segesta. La notizia la potete leggere cliccando qui. 

L'autore del gesto è Nuh Hassan Hacem,  31enne sudanese. Per l’indagato è stato formulato il reato di «strage aggravata» ex art. 422 -2 comma. Il pm Claudio Verzera ha chiesto per Nuh Hassan Kacem, che era seguito da un interprete di lingua araba, la custodia cautelare in carcere. Il giudice Cavasino ha accolto la richiesta del Pm, e Nuh Hassan Kacem dovrà rimanere in carcere fino al processo.

L’avvocato Luca Russo, legale di fiducia del sudanese, aveva nel corso dell’udienza contestato la richiesta di convalida della custodia cautelare in carcere, perché, secondo lui, il suo assistito non voleva davvero provocare una strage, ma fare male a qualcuno. Tra l'altro Russo ritiene il sudanese incapace di intendere e di volere.

Emergono intanto altri particolari sulla vicenda di Kacem: lui ha raccontato che era senza mangiare da diversi giorni, e che aveva anche perso il lavoro di bracciante agricolo che svolgeva a Marsala. Da cinque anni in Italia, Kacem ha anche dovuto affrontare la morte della madre, e stava andando a Palermo per rinnovare il permesso di soggiorno. Durante il viaggio il raptus improvviso....


Vita, successo per la Festa della Musica

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 Grande successo per la "Festa della Musica", iniziativa organizzata dalla Pro Loco Vitese mercoledì 21 giugno 2017 con lo scopo di promuovere la cultura musicale locale.

Per la "Festa della Musica" la Pro Loco Vitese ha organizzato una serata con musica dal vivo con protagonista la "Bertolazzi's Band", gruppo musicale locale. La serata si è svolta nel giardino della Pro Loco, abbellito con la mostra fotografica "Terra, terrae" di Roberto Di Fresco e Giuseppe Renda, curata da Giuseppe Maiorana, produzione di "Belice Epicentro Memoria Viva" che ha reso l'ambientazione molto suggestiva.

I volontari del servizio civile, la Presidente Maria Scavuzzo e i soci della Pro Loco si sono impegnati tutti per la riuscita dell'evento, con l'allestimento della location e di un punto ristoro per i partecipanti alla manifestazione. Hanno collaborato all'iniziativa anche il Bar Ontario di Salemi, "Buffa: innovazione per l'edilizia", "Studio Duerre Giuseppe Renda", "F.lli Stabile & C. s.n.c.", "Belice Epicentro Memoria Viva".

L'evento, che si è protratto dalle ore 19:00 alle 23:00 circa, ha visto la partecipazione di molti cittadini vitesi e non

Marsala, pericolo per il relitto di un'imbarcazione a galla in mezzo al Canale di Sicilia

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Il relitto di un peschereccio a galla in mezzo al Canale di Sicilia senza una segnalazione di pericolo o una boa luminosa. Quel che resta di una imbarcazione speronata, si trova esattamente nella famosa zona Chitarro, conosciuta soprattutto dagli appassionti di pesca.

Un vero pericolo per i naviganti che si trovassero in zona soprattutto durante la notte. E' questo l'allarme lanciato da un diportista marsalese, Antonello Milazzo, che ha postato le foto sul suo profilo facebook, indicando le coordinate esatte del luogo. Il diportista lamenta il fatto che nessuno si sia preoccupato fino a questo momento di rimuovere quel relitto, causando un vero pericolo per la navigazione. Questo il post di denuncia del diportista che pubblichiamo di seguito:

"Attenzione a tutti gli appassionati di pesca o di navigazione Canale di Sicilia precisamente zona Chitarro c'e' ancora ancorata quello che resta del peschereccio speronato dove hanno perso la vita tre persone,nessuna segnalazione ,ma sopratutto nessuno pensa alla rimozione.Vero pericolo soprattutto per chi come me naviga pure di notte.Il Punto esatto dove si trova il relitto e' 37 29 219 N 12 15 336 E".

 

Regionali 2017, Grasso dice no: "Non mi candido alla Presidenza della Sicilia"

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 Pietro Grasso non sarà il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Siciliana. Il Presidente del Senato ha detto no alla proposta del Pd e di Renzi, che gli avevano dato carta bianca. Grasso era anche intenzionato ad accettare, perché era convinto, come tanti, che la legge elettorale andasse in porto, e quindi a Novembre già ci sarebbero state nuove elezioni politiche. Invece non è andata così, e Grasso si è trovato in una situazione che l'avrebbe messo in imbarazzo, perchè non era mai successo che la seconda carica dello Stato (il Presidente del Senato è vicario del Presidente della Repubblica) si candidasse a delle elezioni regionali. Quindi, alla fine, ha prevalso il no. 


 Grasso, nelle ultime ore, ha incontrato i dirigenti del partito democratico e il sindaco di Palermo Leoluca Orlando. Le conseguenze istituzionali legate alle dimissioni da presidente del Senato rendono, per il numero uno di Palazzo Madama, impraticabile la strada che lo riporterebbe in Sicilia.

“Il mio impegno e il mio amore per la Sicilia non smetterà di esprimersi in ogni forma e in ogni sede anche nazionale, ma i miei doveri istituzionali attuali mi impongono di svolgere, finché necessario, il mio ruolo di presidente del Senato”, così Grasso al termine del colloquio con Orlando di stamattina.

"Nel corso del colloquio tra Grasso e Orlando - si legge in una nota diffusa dal portavoce del Presidente del Senato - sono state affrontate tutte le implicazioni politiche e istituzionali di tale scelta, soprattutto in relazione al delicato momento della Legislatura e ai prossimi impegni del Senato della Repubblica su temi importanti per il Paese quali ad esempio la Legge elettorale e la Legge di Bilancio". "Dopo una lunga riflessione - conclude la nota - il presidente Grasso e il sindaco Orlando hanno quindi convenuto, stante le condizioni attuali, sulla impossibilità di proseguire sull'ipotesi di candidatura proposta dal Pd".

ORLANDO. "Desidero esprimere al Presidente Piero Grasso apprezzamento per avere ribadito che "finché necessario" proseguirà nel proprio ruolo di Presidente del Senato.
Questo impegno, conferma della sensibilità istituzionale del Presidente, unita al ribadito "impegno ed amore della Sicilia", fa rilevare quanto importante sia la prospettata richiesta di disponibilità ad assumere un ruolo di guida per la nostra Regione."

Lo dichiara Leoluca Orlando commentando la nota diffusa oggi dal Presidente del Senato.

"Allo stesso tempo - prosegue il sindaco di Palermo - le parole del Presidente Grasso costituiscono una opportunità per l'avvio di un indispensabile ampio processo partecipato che miri ad individuare un quadro programmatico di interventi in discontinuità chiara e concreta con l'attuale assetto regionale.
Su questo, occorre costruire un campo largo di realtà sociali e politiche che dia una prospettiva di futuro alla nostra Regione.
I temi della proposta programmatica dovranno affrontare nodi irrisolti del sinora inadeguato o distorto utilizzo della speciale autonomia e dovranno contribuire a liberare la Sicilia da improprie presenze a servizio di interessi particolari e di ostacolo a diritti e prospettive di chi non ha (lavoro, casa, salute) e di chi produce (formazione, cultura, sviluppo economico, impresa)."

"Ritengo urgente avviare tale doveroso percorso - conclude Orlando - e sulla base di chiarezza e coerenza progettuale individuare successivamente candidature e ruoli."

CROCETTA. “Avevo aderito con sincerità e lealtà al progetto Grasso Presidente. E credo che non esistano precedenti di presidenti della Regione uscenti, che abbiano dimostrato tanta lealtà nei confronti del proprio partito e della coalizione con la quale ha governato. Occorre adesso riprendere il confronto unitario, partendo dalla valutazione del grande lavoro che è stato svolto alla Regione in questi anni e che ha salvato la Sicilia. La Regione non può essere affidata a pericolose avventure di governo che ripropongono gli schemi di quel passato che l'ha distrutta. Indietro non si torna e tale consapevolezza mi spinge a lottare e a impegnarmi con maggior vigore, fino in fondo, per fare della Sicilia una delle terre più avanzate e più ricche d’Europa, in un percorso di trasparenza e legalità”. Lo dice in una nota il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta. 

Marsala, arrestati i tre che volevano rubare le auto da un garage in piazza San Matteo

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 Sono stati arrestati dalla polizia i tre giovani che volevano rubare le auto dal garage del palazzo che insiste su Piazza San Matteo. Della vicneda ce ne siamo occupati in un articolo che potete leggere cliccando qui.

Grazie all'allarme lanciato da un ragazzino e all'intervento di alcuni abitanti del palazzo, i  tre giovani sono stati colti in flagrante mentre cercavano di rubare due autovetture: una Fiat «500» e una Lancia «Y».

Dopo la chiamata al pronto intervento, infatti, i poliziotti sono giunti sul posto subito e hanno trovato  un giovane che, con fare sospetto alla vista dei poliziotti, ha tentato di allontanarsi. È stato però  bloccato identificato in Riccardo Giacalone, 20 anni, marsalese. Nel fermare Giacalone gli uomini della Volante hanno poi notato che il cancello del garage era aperto. E lì hanno trovato altri due giovani marsalesi,  Guido Culicchia di 32 anni e Giuseppe Casano di 24, entrambi con precedenti per reati contro il patrimonio e la persona.

I due erano intenti ad armeggiare  attorno ad una Fiat «500» sotto la quale erano stati già posti dei mattoni per sollevarla da terra. Accanto all’auto una chiave ed un cric nonchè alcuni bulloni allentati dalle ruote dell’auto. In pratica i due stavano per sollevare l’utilitaria e portar via le quattro ruote. Gli agenti, inoltre, proprio accanto al garage hanno notato una Lancia «Y» dove i due avrebbero tentato di fare la stessa operazione. 

I tre sono stati portati negli uffici della polizia in Via Verdi dove, dopo gli accertamenti di rito sono stati dichiarati in arresto in flagranza di tentato furto aggravato in concorso. Il giudice ha convalidato l'arresto e li ha posti agli arresti domiciliari. 

Marsala, smarrita una bambina in spiaggia. Ritrovata dopo un'ora di ricerche

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 Momenti di paura in spiaggia a Marsala, questa domenica pomeriggio. Intorno alle sedici, infatti, al Lido Delfino, una coppia di genitori ha chiesto aiuto ad altri bagnanti e agli  assistenti perchè non riusciavano a trovare la loro bambina di tre anni appena, che era riuscita ad eludere la loro sorveglianza e si era allontanata.

Sono partite le ricerche, che hanno coinvolto quasi tutti i bagnanti presenti al lido e nei tratti di spiaggia lì vicino. Quasi un centinaio le persone coinvolte nella ricerca. Ma della bambina nessuna traccia.

I bagnini hanno cominciato le ricerche in acqua, temendo, purtoppo, il peggio. Per fortuna, però, la bimba è stata trovata: era molto distante dal lido, nei pressi del Fortino, e piangeva anche lei in stato di grande confusione. Pochi minuti fa, intorno alle 17, è stata "riconsegnata" ai genitori. 

Purtroppo, episodi come questo accadono spesso, e le autorità raccomandano sempre ai genitori la massima vigilanza in spiaggia con i bambini, soprattutto i bimbi al di sotto dei cinque anni. Anche una piccola distrazione può essere fatale. 

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